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MILLE BOLLE…. CANTINA CERESA…

Le bollicine sono sempre più gradite dai consumatori, ma il vino spumante non è tutto uguale ecco una piccola guida per scoprire le differenze

Quando si parla di vino spumante bisogna prestare molta attenzione a non considerarlo un vino frizzante: enologi, sommelier, addetti del settore o semplici appassionati potrebbero immediatamente fulminarvi con occhiate di biasimo e decisa disapprovazione dato che si confondono due tipi di vini che hanno caratteristiche, metodi di lavorazione e di imbottigliamento diversi tra loro.

Infatti non tutte le bollicine sono uguali e vini spumanti vengono definiti quei vini caratterizzati dalla produzione di spuma nel momento dell’apertura della bottiglia, spuma dovuta alla presenza all’interno della stessa di anidride carbonica prodotta da fermentazione e non aggiunta dall’esterno.

Si tratta di una definizione codificata per legge, secondo la quale, per l’appunto, lo spumante è il vino ottenuto dalla prima o seconda fermentazione alcolica di uve fresche, di mosto di uve o di vino, caratterizzato alla stappatura della bottiglia da uno sviluppo di anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione, per la quale non è previsto nessun periodo minimo per la spumantizzazione.

Per poter essere definito vino spumante, il prodotto deve presentare, a una temperatura di 20°C in recipienti chiusi, una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione non inferiore a tre bar; inoltre il titolo alcolometrico del Mosto Fiore, ovvero la cuvée di partenza (cioè i tagli destinati alla spumantizzazione) non deve essere inferiore all’8,5 per cento.

Queste caratteristiche ben definite, nonostante possano essere ottenute partendo da quasi ogni tipologia di vitigno, sono tradizionalmente legate alla scelta di uve di determinate tipologie e qualità, in grado di portare alla produzione di pregiate varietà di vino spumante che è possibile acquistare online in negozi come Origini.

Generalmente i vitigni più adatti alla produzione di questo particolare vino sono lo Chardonnay e il Pinot Nero votati all’ottenimento di spumanti secchi, mentre varietà aromatiche come Moscato, Brachetto e Malvasia sono indicati per la produzione di spumanti dolci. In Italia le zone di produzione più rinomate sono Alta Langa, Franciacorta, Oltrepò Pavese e Trentino, ma, oggi, sono molte le cantine sparse per tutta la penisola che danno vita a interessanti bollicine.

In base al loro residuo zuccherino la legge classifica gli spumanti come:

  • Pas dosé o Dosaggio zero (ultra secco, solo “dolcezza” originaria dell’uva) – (residuo < 3)
  • Extra brut (molto secco) – (residuo ≤ 6)
  • Brut (secco) – (residuo < 12)
  • Extra dry (gusto secco arrotondato da lieve nota dolce, secco/morbido) – (residuo 12-17)
  • Dry o Sec (abboccato che significa “appena/poco dolce”) – (residuo 17-32)
  • Demi sec (gusto amabile ovvero con nota dolce nettamente percebile) (residuo 32-50)
  • Dolce o Doux (la dolcezza è predominate) – (residuo >50)

Gli spumanti, inoltre, si differenziano tra loro per il metodo di produzione che annovera due diverse tipologie:

  • Metodo Classico o Champenoise: è il metodo più antico di tutti, quello utilizzato per produrre lo Champagne francese, che prevede una fermentazione del vino esclusivamente in bottiglia.
  • Metodo Martinotti o Charmat: è il metodo utilizzato per produrre il Prosecco e molti altri vini italiani e prevede la fermentazione in apposite autoclavi e l’imbottigliamento del vino solo nella fase finale della produzione.

Esiste anche un terzo metodo, quello della gassificazione artificiale, che però dà come risultato uno spumante gassificato (detto anche artificiale) che non può essere annoverato tra gli spumanti naturali ottenuti esclusivamente con i due metodi sopra elencati. Si tratta infatti di un metodo di produzione usato per ottenere prodotti di larghissimo consumo e di bassa qualità che non hanno nulla a che vedere con il vino spumante naturale.

Gli spumanti naturali, soprattutto i vini spumanti di qualità sono caratterizzati da sapori aristocratici e raffinati, sentori e profumi molto delicati ed aromatici e perlage (la quantità di bollicine che si viene a formare nel flûte di spumante) fine ed elegante: le bollicine, come è facile intuire, non sono tutte uguali.